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Sognando la California….o forse, dimenticandola.
Critico Finanziario il 23/01/2012, alle 20:38 (UTC) | | In California c’è il sole, le spiagge, il divertimento, grandi città, il cinema e…tanti, tanti debiti. Decisamente troppi. Se fosse stata indipendente e non parte degli Stati Uniti, la California sarebbe tecnicamente fallita, con condizioni di bilancio statale tuttora pericolanti in misura almeno pari a quelle della povera e ultimamente tristemente famosa Grecia. La necessità disperata di finanziare la propria spesa è in parte soddisfatta mediante emissione dei cosiddetti, o perché no famigerati, municipal bond, strumenti finanziari solo indirettamente di emanazione statale perché emessi da enti parastatali, ospedali, aziende partecipate e via dicendo. Quindi strumenti, oltre che illiquidi dopo il crollo del 2008, sovrani solo all’apparenza e dalla non sempre rassicurante provenienza (applicando l’esempio all’Italia, una cosa è sottoscrivere un bond di un comune virtuoso, un’altra accordare credito ad un’ospedale pericolante o ad un comune commissariato). Sento in giro di operatori professionisti che propongono prodotti strutturati (dunque per definizione già degni di essere cortesemente rispediti al mittente) con capitale garantito da muni-bond californiani. Rendimento? Area 3%. Quindi pari a un Bot scadente tra meno di un anno, o diversamente di 2 punti percentuali in meno del rendimento offerto da un btp italiano di media scadenza. Non è forse il caso di dimenticare il sole e le spiagge della California, “tuffandosi” in un mare, quello italiano, più vicino e soprattutto meno pericoloso? | | |
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Cliente chiama promotore. E' in linea?
Critico Finanziario il 23/01/2012, alle 19:49 (UTC) | | Il flusso informativo tra promotore e cliente deve essere continuo, nelle fasi di crescita del mercato così come nelle fasi di ribasso. Gli ultimi sono stati anni particolarmente difficili: preoccupati costantemente circa l’andamento dei tuoi fondi, e se trovi brutte sorprese non seguire chi ti derubrica facili chimere quali “vedrai che il mercato risale, il fondo si riprende, il rendimento tornerà positivo a breve”. Ciò che è accaduto sui mercati azionari ed obbligazionari nel corso del 2011 ha pochi precedenti, che molto probabilmente rendono necessarie riflessioni e analisi sull’allocazione dei tuoi investimenti. Chiamami se ti occorre un aiuto indipendente. | | |
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C’era una volta una banca..seconda puntata.
Critico Finanziario il 19/01/2012, alle 20:21 (UTC) | | A proposito del post in data 09/01 (C’era una volta…anzi c’è. E sta bene!). Anche il mercato si sta accorgendo…a volte assecondarlo può aiutare, ma nei momenti di panico complessivo prendere visioni contrarian, se supportate da fondamentali solidi, aiuta ancor di più. Avrebbe invece fatto male dar credito al gregge e al suo “vendi vendi vendi” ai tempi del post. Per la cronaca, la banca era Mediobanca, come dicevo sta bene ma starà bene anche in futuro. Il sentiero di rientro dal panico potrà essere lungo e tortuoso, ma non per questo avaro di soddisfazioni. | | |
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Elogio dell’Etf
Critico Finanziario il 19/01/2012, alle 20:13 (UTC) | | Per un fondo comune che investe sul settore telecom, c’è un Etf che investe sul settore telecom, per un fondo comune che investe sul settore bancario, c’è un Etf che investe sul settore bancario, per un fondo comune che investe su tutti gli altri settori o strategie, quasi sempre esiste un corrispondente Etf. Qual è la differenza tra fondo comune e Etf? Poche o nessuna sul fronte del prodotto, della performance attesa nonché degli investimenti sottostanti. Tante dal punto di vista dei costi: nel primo devi pagare commissioni di gestione e spesso anche di performance che talvolta assorbono una buona fetta di rendimento. Con l’Etf paghi solo la normale e risicatina commissione di negoziazione quando lo acquisti. Chi acquista ancora fondi preferendoli agli Etf alzi la mano, o spieghi il perchè. Chiamami se necessiti di approfondimenti. | | |
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Mercato immobiliare: il ritorno dei morti viventi.
Critico Finanziario il 15/01/2012, alle 13:34 (UTC) | | C’è una necessità incredibile da parte di banche, costruttori, società, di disfarsi di enormi quantità di immobili in portafoglio. Il problema è che mancano i compratori, spesso colpiti dalla crisi e sempre più in difficoltà nell’accedere a forme di finanziamento utili a coprirne l’acquisto. La spirale è spinge dunque al ribasso, ma i venditori hanno necessità di vendere. Come fare? Impacchettando gli immobili in strumenti finanziari da vendere alla clientela. Dove sta il problema? Sta nel fatto che il sottostante di tali strumenti rimane sempre il decotto settore immobiliare, difficilmente in grado di riprendersi nei prossimi anni visto l’enorme stock di immobili da vendere e la difficoltà nell’ottenere credito da parte del sistema bancario. Morale: se confidi in una ripresa del mercato, abbi pazienza e valuta attentamente prodotti finanziari che abbiano tanto a cuore il settore in analisi (riprendi anche il post del 30/12). Chiamami per chiarimenti. | | |
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Smonta la tua polizza o il tuo fondo. Non è un gioco, ma una precauzione.
Critico Finanziario il 15/01/2012, alle 13:25 (UTC) | | Ci sono Paesi, strumenti, settori dove NON è proprio il caso investire, almeno in questa fase di mercato. Spesso la prassi è confezionare titoli e strumenti in prodotti che “nascondono” quanto è stato impacchettato come sottostante. Il profilo di rischio di questi strumenti sottostanti potrebbe tuttavia essere altamente superiore a quello del prodotto che li contiene, e che ti è stato venduto. Se hai dei dubbi, sappi che spesso sono leciti. Contattami per chiarimenti in merito. | | |
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